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MGS in Real World - Il salto HALO
scritto da Pasta Eater il 21 Maggio 2014

La Missione Virtuosa, che è la prima parte di Metal Gear Solid 3, ha come scopo il recupero dello scienziato russo Sokolov; per riuscire a farlo senza causare una gravissima crisi diplomatica, che in quel momento, in piena Guerra Fredda, avrebbe potuto essere sfruttato come pretesto per lanciare un'offensiva, è necessario non lasciare alcuna traccia del passaggio di un Americano sul territorio russo; a questo scopo, per infiltrarsi entro i confini sovietici, viene scelto di paracadutare il nostro Naked Snake con una tecnica ancora in fase di sperimentazione: il salto HALO. Che cos'è, e come funziona? E perché era così vitale recuperare Sokolov?


Partiamo quindi dall'antefatto. Nikolai Stephanovich Sokolov era uno scienziato russo, esperto nella progettazione di razzi vettori: fu infatti tra i creatori del formidabile razzo Vostok A-1, che portò Yuri Gagarin, il 12 Aprile 1961, ad essere il primo uomo mai stato nello spazio. Nello stesso anno venne promosso a capo del dipartimento di sviluppo delle armi: qui iniziò l'ideazione dello Shagohod. Nel 1962 Sokolov, spaventato dal devastante potenziale della sua stessa creazione, disertò la sua madre patria per fuggire in USA, grazie ad un'operazione diretta dallo stesso Major Tom.
Nikolai Stephanovich Sokolov
 
L’Unione Sovietica non si arrese però alla perdita di un così importante capitale umano: la sua genialità avrebbe potuto sbilanciare pesantemente le sorti della Guerra Fredda. Venne così deciso di creare una situazione di ricatto per poter riportare in patria il fuggiasco, posizionando, nell’ottobre del 1962, decine di missili nucleari a medio raggio (MRBM) sull’isola di Cuba: una minaccia smisurata per gli USA, che addirittura innalzarono la condizione difensiva al livello DEFCON 2, utilizzato in caso di guerra. Scattò così la famosa “Crisi dei missili di Cuba”,  che venne risolta con la promessa pubblica, da parte degli USA, di non tentare mai più la conquista dell’isola comandata da Fidel Castro, e con la rimozione dei missili nucleari a medio raggio Jupiter che gli Stati Uniti avevano dislocato presso alcune basi NATO in Turchia, Italia e Gran Bretagna.
 La gittata dei missili MRBM posizionati a Cuba
 
Sebbene la minaccia rappresentata da queste armi, per l’URSS, apparisse reale e pressante quanto quella di Cuba era per gli americani, Major Tom sminuisce l’importanza di questa mossa, asserendo che in realtà quei missili erano quasi obsoleti, e che sarebbero comunque stati sostituiti con i più recenti Polaris; il vero obiettivo di scambio sarebbe stato Sokolov, che venne così ceduto all’URSS. Di qui la necessità di recuperare lo scienziato, e di conseguenza la preparazione della Missione Virtuosa. Per evitare di essere individuato dai sovietici, Snake verrà lanciato sul territorio dell'URRS nella maniera più furtiva possibile: tramite un salto HALO. Questa  tecnica paracadutistica, il cui acronimo siginifica High Altitude Low Open, consiste nel lanciarsi nel vuoto da un aereo da un’altitudine molto elevata, tra i 5.000 e gli 11.000 metri, per poi proseguire in caduta libera fino ad un’altitudine molto bassa, poche centinaia di metri. Questo favorisce la segretezza all’aereo, che è troppo in alto per essere scoperto, e al soldato, che rimane visibile per poco tempo, aprendo il paracadute molto tardi. I problemi sono dati dal fatto che, proprio a causa del ritardo nell’apertura del paracadute, la distanza orizzontale percorribile durante la caduta è minima, e il lancio deve quindi avvenire quasi sulla perpendicolare del luogo prescelto per l’atterraggio; inoltre, a quelle altitudini la temperatura dell’aria è compresa tra -20 e -50 °C, per cui, senza indossare indumenti termoprotettivi, l’individuo morirebbe per congelamento; infine, la pressione atmosferica è circa un quarto di quella a livello del suolo: senza opportuni accorgimenti, le conseguenze potrebbero essere embolie e/o ipossia. 
 
 
Alla luce di questo, la scena del lancio HALO, sebbene sia oltre ogni dubbio epica, è decisamente poco realistica: Snake fuma il sigaro (già di per sé un comportamento che favorisce l’ipossia) fino a soli 10 minuti prima del lancio, laddove nei 30-40 minuti precedenti l’apertura del portellone stagno dovrebbe respirare ossigeno puro, allo scopo di eliminare l’azoto dal circolo sanguigno: altrimenti, la successiva esposizione alla bassa pressione provocherebbe l’espansione di questo gas nei vasi sanguigni, causando embolie (cioè bolle di gas che occludono vene e arterie) molto probabilmente fatali; inoltre si nota chiaramente che Snake non è sufficientemente isolato dalla temperatura esterna: anche immaginando che abbia una tuta termica sotto la normale tuta militare, si nota che la zona del collo rimane scoperta, e che i suoi guanti sono aperti in corrispondenza di pollice, indice e medio: un’ottima soluzione per favorire l’uso delle armi, ma decisamente controproducente se quelle dita si staccano perché congelate. Infine, il maggiore Tom dice che questo passerà alla storia come il primo salto HALO: sebbene il primo salto di questo tipo in zona di combattimento avverrà effettivamente anni più tardi, nel 1970, è anche vero che il primo lancio di prova venne eseguito alcuni anni prima, nel 1960, peraltro da un’altitudine molto elevata, oltre i 30 km di quota. 
 
Avevi mai pensato a questi dettagli? Ti disturba sapere che questa scena è tutto sommato irrealistica? Oppure non ti dà alcun fastidio, e trovi che l’epicità di questa intro valga bene alcune esagerazioni? Vieni a parlarne con noi!
 

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